Se la cucina mediterranea, con i suoi gusti, i suoi sapori e le tecniche di cottura utilizzate è tra le più famose ed amate al mondo, è indubbio che negli ultimi anni gli chef si stanno sbizzarrendo per creare sempre nuovi piatti, con cotture e metodologie sempre diverse.
Per un periodo è andata per la maggiore, ad esempio, la cucina molecolare, ma voi sapete invece cos’è la cucina “Flambè”?
La cucina flambé, anche definita come cucina di sala, è la parte più spettacolare dei piatti elaborati davanti a clienti.
Il termine deriva dal francese flamber che significa infiammare, accendere ed è proprio questo che si fa dinanzi ai clienti: si fa letteralmente prendere “fuoco” al piatto sul tavolo dove il cliente cena o sul bancone al bicchiere dove viene servito il cocktail.
Il flambé nasce con l’esigenza di riscaldare piatti già pronti, ma è sempre più una tecnica scenografica per incantare e mostrare la propria maestria.
Essenzialmente il procedimento consiste nel bagnare la preparazione con alcool, per infiammarlo in modo tale da creare quella fiammata che si esaurirà velocemente o lentamente a seconda dei casi e delle esigenze.
Generalmente si utilizzano il brandy sulla frutta e il whisky e il cognac sui piatti salati, mentre vino birra non sono adatti.
Naturalmente ogni minimo movimento deve essere calibrato, perché tutto avviene direttamente dinanzi al cliente, e si rischia di combinare un vero e proprio disastro.