La Nduja è una prelibatezza calabrese che si inserisce tra i prodotti tipici della regione più amati in Italia e all’estero. Questo alimento soffice e piccante è diventato oramai il simbolo della Calabria nel mondo, una terra che solo di recente ha visto crescere le proprie esportazioni enogastronomiche del 34% nel solo 2018 e che si appresta a concludere altrettanto positivamente anche questo anno. Saranno infatti le feste natalizie ha dare uno sprint alle vendite dato che, in tempi recenti, gli e-commerce di prodotti tipici stanno vivendo un grande successo. Regalare un pacco natalizio con bontà regionali è diventata un’abitudine orma piuttosto consolidata perché si ottiene il meglio spendendo il giusto, proprio come su Gusti Del Sole, un fornitissimo e-commerce che si occupa di prodotti tipici calabresi come salumi, formaggi e dolci.
Cos’è la Nduja e perché tutti la amano?
Torniamo alla Nduja e cerchiamo di capire come mai è diventato il prodotto di punta della regione Calabria. Si tratta di un salume morbidissimo dal gusto piccante che è perfetto da accompagnare sul pane ma che i calabresi utilizzano anche per insaporire le pietanze calde. Fa parte della rosa dei prodotti tipici a base di carne di maiale e peperoncino ed è un prodotto davvero molto ricercato. Si tratta, come anticipato poc’anzi, di un prodotto spalmabile a base di carne e grasso di maiale lavorata con peperoncino piccante e messo a stagionare in budelli ciechi. Il colore si presenta piuttosto brillante e acceso, rosso fuoco per via del peperoncino. L’aspetto è morbido e la consistenza e cremosa e sul palato creano un mix di sapore che abbraccia il gusto morbido della carne con quello piccante del peperoncino.
Si tratta di una preparazione che richiama la cucina povera calabrese, ideata in passato per resistere alle dure carestie che colpivano la popolazione. Inizialmente era prodotta con scarti di maiale e di altre preparazioni lavorate sapientemente per essere poi riposte nei budelli a stagionare. In alcune versioni la Nduja viene affumicata bruciando robinia e ulivo e poi messa a stagionare al fresco per almeno tre mesi. La vera caratteristica importante di questo alimento è che l’elevata presenza di sale e di peperoncino fanno sì che la Nduja non abbia bisogno di conservanti e, per questo, è anche uno dei salumi più salutari che esistano in commercio.
La Nduja oggi
Oggi la Nduja viene prodotta in qualsiasi parte della Calabria ma, un tempo, la ricetta apparteneva alla Città della Nduja, ovvero Spilinga. Si tratta di un piccolissimo paesino da neanche 1500 abitanti, collocato ai piedi del Monte Poro, a sud di Tropea. Spilinga dal 1975 ospita una sagra davvero folkloristica che celebra la Nduja, precisamente ogni anno nella notte dell’8 agosto. Si tratta di una gesta molto sentita in cui si ha l’occasione di degustare tutte le varietà prodotte in zona e di assistere a spettacoli di folklore che narrano la cacciata dei Saraceni dalla Calabria.
La Nduja non ha origini molto certe. Si ritiene tuttavia che essa risalga al periodo Napoleonico, quando il cognato di Napoleone Bonaparte ordinò ai suoi sottoposti di servire un salume francese per entrare nelle grazie dei Lazzari con cui intesseva accordi territoriali. Questo salume si chiamava Andouille e piacque molto ai calabresi, al punto che iniziarono a consumarlo e a riprodurlo creando una propria ricetta. Da allora la preparazione si è evoluta nel tempo ma restano fermi i principi di produzione per cui i soli ingredienti sono carni, grassi e peperoncino piccante.
Nonostante la sua popolarità che la rende amata in Italia e all’estero la Nduja di Spilinga non è tuttora provvista di un marchio di protezione o di un’indicazione geografica protetta. Effettivamente i prodotti calabresi protetti sono davvero pochi e si hanno notizie per cui il Consorzio della Nduja di Spilinga sia attiva per concludere l’iter di riconoscimento del marchio IGP.
foto@Wikimedia